Il combattimento non è il solo aspetto del Muay Thai ma vi è anche, e soprattutto, una profonda radice spirituale e culturale che va oltre le apparenze.

    Storicamente, i rituali della Muay Thai hanno origini antichissime e sono pervasi da un sentimento prettamente religioso che si collega sia a credenze buddiste che animiste. Praticare la Muay Thai significa anche sapere comprendere e onorare ciò che la cultura thailandese ci ha trasmesso nei secoli. Salire sul ring acquista un significato particolare per ogni atleta che abbia raggiunto quella maturità e consapevolezza non solo sportiva, ma anche spirituale. Ecco perché come FIMT ci siamo dati un codice: portare gli atleti ad indossare quelli che sono gli amuleti portafortuna (KRUENG RANG KORNG KLANG) solo dopo aver raggiunto un certo grado di maturità.

    Aver fede negli amuleti, ai giorni nostri, è molto spesso una questione personale: i combattenti che non danno importanza agli amuleti non dovrebbero utilizzarli per niente.

    Gli amuleti sono sempre stati una parte essenziale dell’equipaggiamento di un fighter di Muay Thai….Oggetti sacri e altamente rispettati, quando non usati vanno riposti in una posizione “venerabile”: se sono riposti in posizione inappropriata, ad esempio su un ripiano basso o in un posto dove potrebbero essere calpestati, si crede perdano i loro poteri mistici.

    Due sono gli ornamenti da cui il thai boxer troverà forza nel momento in cui deve affrontare un incontro: il Mongkon (corona) e il Kruang Ruang (bracciale). Il Mongkon deve essere indossato fino al termine del rituale della Wai Kru Ram Muay e rimosso prima del combattimento mentre il Kruang Ruang può essere indossato per tutta la durata del match. Queste sono regole legate alla tradizione e i fighter non hanno libertà di scelta in tal senso.

     

    Anche la Wai Kru Ram Muay ha un profondo significato, sia pratico e spirituale. Nella Wai Kru il combattente non solo prepara il corpo al combattimento ma dimostra devozione religiosa, umiltà e gratitudine. Tale rituale non può essere indifferenziato od impersonale, ecco perché alla FIMT la Ram Muay viene insegnata per gradi, in base all’anzianità e all’abilità degli atleti….partendo dalle quattro parti base si arriva alle undici che completano la Wai Kru.
    Per la nostra Federazione è importante la sacralità di questi riti. Da qui la scelta del Maestro Bramini di porre sulla fronte dei suoi pugili, il Mongkon della Scuola solo dopo il terzo combattimento. Nero per gli uomini….quello che un tempo è stato dell’allora atleta Bramini, e fucsia per le donne….preso a suo tempo come buon auspicio per il consolidarsi anche della presenza della figura femminile sul ring.

    La credenza vuole che il Mongkon abbia il potere di preservare il pugile da ferite gravi durante il combattimento, scacciando via gli spiriti cattivi. In passato i soldati siamesi indossavano una sorta di bandana intorno alla fronte prima di andare in battaglia. Si crede che da ciò derivi la tradizione che vede il Maestro (Khru Muay) donare il Mongkon ai suoi studenti. Nel lontano passato alcune scuole di Muay Thai ed alcuni Maestri hanno sviluppato una loro tecnica per creare il Mongkon in modo da dotarli di straordinari poteri; si narra che alcuni abbiano creato Mongkon utilizzando la pelle di serpenti velenosi per accrescerne l’effetto.

    Il Mongkon viene applicato solo dal Maestro e solo da lui può essere rimosso. Rappresenta il Maestro, la scuola di appartenenza, gli insegnamenti ricevuti, il gruppo. Esso accresce la sua potenza ad ogni incontro. Infatti ad ogni vittoria il Maestro unisce, con una cerimonia propiziatoria, un pezzo del Kruang Ruang dell’allievo al proprio Mongkon trasferendo così il vigore del guerriero vincente nel Mongkon che proteggerà e infonderà maggiore vigore al nuovo combattente che lo porterà in seguito.

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    Il Krang Ruang, invece, non è utilizzato da tutti i combattenti, ma è personale. Il Krang Ruang è fatto dal proprio Maestro ed il suo significato ed il suo contenuto (al suo interno può contenere simboli o piccoli oggetti) sono proprietà esclusiva del Maestro e del suo atleta.

    La tradizione thailandese vuole che questo amuleto, legato all’attaccatura del bicipite, venga dato al Thai boxer prima di iniziare la sua carriera pugilistica. Infatti c’è un periodo di circa sei mesi, in cui l’atleta si forma spiritualmente, e nella cerimonia finale che precede l’entrata al campo, il bracciale viene benedetto dai monaci, divenendo un potente talismano. Il Maestro Bramini ricette il suo nel 1988, da qui la scelta di farne dono ai suoi combattenti dopo il quinto combattimento, periodo di tempo necessario per far accrescere in ognuno quel senso di responsabilità verso questo importante amuleto.

    Questo unico e sacro bracciale non va confuso con il Prajaet, anch’esso un bracciale che però rappresenta esclusivamente i gradi per allievi ed istruttori. Ornamento esclusivamente “stilistico” usato nel resto del mondo ma non in Thailandia….dove i gradi non hanno bisogno di essere esposti o codificati, ma vengono attributi esclusivamente in base ai meriti e al valore delle prestazioni.

    È facile notare come tutti questi amuleti siano strettamente legati alla cultura tailandese e all’agonismo, ed è quindi sempre più raro vederli indosso a pugili occidentali. La nostra Federazione vuole cercare di mantenere vivi quelli che sono i veri principi della Mauy Thai. Attraverso la dura pratica della Muay Thai si possono apprendere valori molto importanti, si impara il rispetto verso i compagni, gli insegnanti e gli avversari….si comprende il valore della fatica e come sia gratificante faticare per ottenere dei risultati. Tutte queste cose ovviamente non devono restare confinate alla palestra ma vanno applicate nella vita di tutti i giorni e soprattutto non bisogna mai dimenticare che praticare un’Arte Marziale non significa solo fare sport. Il rispetto per la spiritualità, per i riti, per il Maestro e per la cultura devono sempre essere i capisaldi dell’agire del vero boxer. I capisaldi della filosofia FIMT.

     

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    KRUENG RANG KORNG KLANG – AMULETI

    Gli amuleti sono sempre stati una parte essenziale dell’equipaggiamento di un fighter di Muay Thai.
    Oggetti sacri e altamente rispettati, quando non usati gli amuleti sono riposti in una posizione “venerabile”: se sono riposti in posizione inappropriata, ad esempio su un ripiano basso o in un posto dove potrebbero essere calpestati, si crede perdano i loro poteri mistici.

    Aver fede negli amuleti, ai giorni nostri, è molto spesso una questione personale. I combattenti che non danno importanza agli amuleti non dovrebbero utilizzarli per niente.
    Ad ogni modo, tutti i fighter di Muay Thai devono usare i Mongkon e il Prajied.

    Il Mongkon deve essere indossato fino al termine del rituale della Wai Kru Ram Muay e rimosso prima del combattimento mentre il Prajied può essere indossato per tutta la durata del match. Queste sono questioni legate alla tradizione e i fighter non hanno libertà di scelta in tal senso.

    Altri amuleti comunemente usati sono il Dhagrut e il Paa-yan all’interno del Prajied.

    PRAKRUENG: una piccola immagine del Buddha nascosta all’interno del mongkon e/o del prajied
    PRAJIED: una banda di tessuto, tradizionalmente rossa e bianca, indossata intorno al braccio surante il match con l’intento di dare forza e aiutare il fighter a evitare il pericolo. In pratica, il fighter può inserire nel prajied (o nel mongkon o nel pirod) qualsiasi cosa in cui crede e che venera: una ciocca dei capelli di suo padre oppure delle fibre del sarong che la madre indossava quando lo ha dato alla luce. Così come la possibilità di indossare un paa-prajied su un braccio e un gemrai-pirod sull’altro, possibili varianti sono indossare un singolo prajied sul braccio destroso, o un’ampia benda sul braccio più forte e una più stretta su quello più debole.
    PIROD: fatto in rattan, il pirod prende la forma di un anello (wehn pirod) o di una benda da braccio (gemrai pirod) ed è indossato intorno al bicipite di un solo braccio. Non è consuetudine indossare sia il pirod che il prajied sullo stesso braccio, così l’alternativa p indossare il prajied intorno ad un bicipite e il pirod intorno all’altro.
    DHAGRUT: fatto di un piccolo foglio di bronzo (a volte argento) battuto e arrotolato, decorato con simboli mistici, con un buco nel mezzo nel quale, tradizionalmente, venivano infilati dei fili di seta per poterlo legare intorno al bustp. Può essere indossato un solo dhagrut (dhagrut tone) o più di uno (dhagrut puong). Se molto piccolo, il dhagrut può essere inserito nel prajied.
    PITSAMORN: è un amuleto simile al dhagrut, fatto di foglie di palma e inserito in un involucro di tessuto e legato intorno al busto.
    WAAHN: un’erba che, se associata a preghiere, si crede possa dare al fighter virilità e forza per sopportare colpi violenti e fugaci. Il fighter custodisce le erbe all’interno del mongkon o del preajied oppure le mastica prima del match. Alcuni fighter fanno bollire le erbe e le lasciano in infusione in acqua per poi berla o utilizzarla per lavarsi il corpo.
    SUEA-YAN: una sorta di gilet, benedetto e decorato con figure e preghiere, indossato durante i riti sacri o speciali cerimonie. In passato era indossato dai soldati siamesi durante le battaglie.
    MONGKON: un anello indossato in testa come portafortuna per portare prosperità e proteggere il fighter dai pericoli. In passato i soldati siamesi indossavano una sorta di bandana intorno alla fronte prima di andare in battaglia. Si crede che da ciò derivi la tradizione che vede il Maestro (Khru Muay) donare il mongkon ai suoi studenti. Nel lontano passato alcune scuole di Muay Thai e alcuni Maestri hanno sviluppato una loro tecnica per creare il mongkon in modo da dotarli di straordinari poteri; si narra che alcuni abbiano creato mongkon utilizzando la pelle di serpenti velenosi per accrescerne l’effetto. In passato il mongkon non veniva rimosso prima del combattimento. Se cadeva durante il match, l’avversario si fermava per dare il tempo al fighter di rimetterselo in testa e assolutamente non approfittava di questo momento di vulnerabilità per attaccare.
    PAA-YAN: un pesso di tessuto decorato con preghiere e benedetto, indossato dal fighter al posto del prajied o inserito in esso.

    In aggiunta a quanto sopra descritto, alcuni fighter hanno numeri mistici e preghiere tatuate sul corpo.

     

    KARTAR ARKOM – INCANTATIONS / PREGHIERE

    I Muay fighters, come tutte le persone siamesi, hanno una fede implicita nelle arti mistiche e nelle preghiere. Si credeva che la preghiera desse loro poteri miracolosi per sovrastare gli avversari con facilitàe dotarli di sopportazione ed invincibilità, proteggendoli da cose e persone.

    Alcuni studenti di Muay Thai credevano che un incanto proclamato prima o durante un match aveva il potere di evitare loro il KO in quanto un soffio di vento li avrebbe subito resi di nuovo coscienti.
    Si credeva inoltre che alcuni incanti avessero la capacità di contrastare quelli inevitabilmente proclamati dall’avversario.

    La preghiera “Gam Ban Nak Muen” (letteralmente “Pugno alzato pesante diecimila – dhamlueng) si supponeva dare al fighter la certezza della vittoria con un singolo pugno. Generalmente parlando, nel passato i fighters avevano sul dorso delle mani dei tatuaggi tra cui il potere del “Gam Ban Nak Muen”. (Dhamlueng era un tradizionale peso Thai: 10000 dhamlueng = 1000 chilogrammi).


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